giovedì 18 giugno 2015

Sulle spalle dei giganti




Stavo riflettendo sul mio hobby di confutare le immani cazzate dei vari credenti che affollano il web, principalmente in sezione Religione e Spiritualità di Yahoo! Answers.

E arrivo alla conclusione che se sono migliorato parecchio non lo devo a me stesso, proprio per niente, non lo devo alle mie letture e ai miei studi, ma al fatto di essere stato portato in spalla da vari giganti.
All'inizio non sapevo nemmeno che la mia passione si chiamasse "debunking"... e tutto è partito qualche anno fa, da OdioStudioAperto. Poi con 7yearwinter di Bucknasty, Blog Log III di Prefe, quel pazzo gruppo di ScaricaBile... ma qui sto principalmente parlando di satira politica, che comunque decostruiva le panzane dell'allora governo Berlusconi.
Poi arrivai casualmente su Raziolismo, entrai in Answers e per confutare i deliri del creazionista Harun Yahya rimbalzai sul blog dell'autore satirico Spaghetto Volante.
Finii poi in comunità per un anno, ma al mio ritorno le cose cambiarono parecchio.
Riuscii a diventare amico (e sinceramente me ne vanto parecchio!) del giornalista scientifico Stefano Dalla Casa, e da lì cominciai ad inserirmi nelle sue attività e nelle sue cerchie.
Tutto quello che so della scienza l'ho imparato negli ultimi 4 anni grazie a lui.

Da solo non sarei mai riuscito a fare nulla, non sarei mai riuscito ad arrivare a questi livelli.

Ma riflettevo anche su un'altra cosa: come mai per quante volte abbiamo sbufalato le stesse fregnacce su alcune tematiche di storia, di scienza, di bioetica... come mai al credente o al complottista non capita mai di pensare anche solo lontanamente "sto sbagliando, prendo atto dei fatti e cambio idea"?
Perché più li perculiamo e li correggiamo con articoli di stampo scientifico e dati di fatto e più loro tornano a battere e a chiudersi su certi temi?
C'entra per caso la cara vecchia Teoria della montagna di merda?

Non lo sapevo.

Allora, quasi per gioco, ho voluto provare a vedere se in psicologia esiste il cosiddetto "effetto martire".
Non sapevo nemmeno come si scrivesse martire in inglese, eppure scrivendo a caso "martyrdom effect" ho trovato quello che cercavo! Pazzesco, se questa non è serendipità!

Da quello che ho capito, e proverò anche a svilupparlo più avanti, più una persona sa di dover soffrire per una causa, più si impegna in essa.
Insomma, funziona che più una persona ci mette impegno e sacrificio per una causa, più sarà convinto e motivato a portarla avanti.
Uno dei tanti bias (errori cognitivi) che mi è capitato in questi anni di leggere riguarda il fatto che più una persona spende per una causa e meno è portata a volervi rinunciare o dichiararne il fallimento perché il sacrificio e le energie che vi ha messo gli impediscono di andare avanti con altri progetti.

[Nel frattempo, sempre per serendipità e con una googlata ho trovato questo: The Backfire Effect, sempre sul perché quando messi di fronte a dati che contrastano le nostre convinzioni più profonde invece che cambiare idea rinforziamo i nostri preconcetti...]


Facendo un po' di introspezione:

1) Ecco perché per quanto la ricerca dell'amore non corrisposto di questa ragazza mi ha sconvolto: ci ho messo un sacco di impegno ed abnegazione, ho fatto più di 10 anni di sacrifici e penitenza per arrivare a lei. Mi sarà perciò difficilissimo rinunciarci se non lascio che la cosa diventi obsoleta e non riesco a comprendere da solo o per altri mezzi che vale la pena andare avanti e tentare altri progetti...

2) Se non fossi stato portato in spalla da vari giganti, ora sarei una sottospecie di complottista anch'io: quando cominciai ad usare Internet il sito che più frequentavo era Disinformazione.it... per fortuna ho preso un'altra strada, ed esistono i debunker come Stefano!!

Per finire: grazie sempre alla ricerca sul martyrdom effect ho trovato un sito di psicologia con tanti consigli che possono tornarmi utili. Spero che possa tornare utile anche a voi.


... ma per finire questo post, scritto quasi 3 giorni fa, devo inserire una piccola nota di colore ad una cosa che mi è capitata stamattina: Juhan, vedendo che ero interessato ad un articolo di Pikaia, mi ha chiesto di recensirlo per Il Tamburo.

È una tesina di 70 pagine sull'evoluzione del senso morale nell'uomo e negli altri animali che comincia così:



Filosofia moderna e contemporanea, evoluzione della morale, scienze naturali, coscienza e tutto a cominciare dalla diatriba sul dualismo di Cartesio su anima e corpo?
Juhan, non starai chiedendo troppo per le mie capacità?? :)

Io l'impegno me lo prendo, ma non certo per oggi.

Alla prossima!!!

1 commento:

  1. Non barare! Io non centro per nulla, nada, zilch.
    Semplicemente ho visto il tuo tweet la cosa promette bene ma è impegnativa. Uh! è un pregio, c'è da imparare qualcosa (probabilmente molto). E credo sia più profittevole che tentare di convertire creotardi, con il rischio di assomigliare a un testimone di Geova.
    Ah! naturalmente la cosa m'interessa, quindi non tener conto della prima frase.

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