martedì 6 agosto 2013

La Scienza per noi

Il post di Bruna Addio a Dibattito Scienza mi spinge a una risposta, lunga, che tocca anche altri argomenti più miei.

Intanto voglio cominciare con dire un'ovvietà: quando si fa un esperimento (un test) devi seguire regole molto precise, il famoso protocollo. Devi definire prima cosa stai testando e non barare, leggere e riportare con la massima cura i risultati. È quello che capita e che la gente si aspetta? Penso di no.

L'idea della ricerca scientifica che abbiamo è profondamente difforme dalla realtà, pensate per esempio a come lo scienziato viene rappresentato nei film. Devo ricordarvi che per Hollywood è sempre un genio in lotta contro la società, ha una grande idea o scoperta in grado di cambiare le sorti dell'umanità ma deve lottare con le unghie e con i denti per sconfiggere i cattivoni. Che sono potenti ma stupidi e non si capisce come possano avere loro tutto il potere (OK, come Silvio e la sua banda).

E come veniamo informati delle cose riguardanti la scienza? A scuola, per quel che ne so se ne parla poco, poi finita quella dipendiamo dagli usuali canali d'informazione.
Che sono la TV, dove Giacobbo funziona molto meglio di Angela. E anche Angela è molto attento a non toccare certi argomenti e a insistere su quelli che gli garantiscono un ascolto tale da poter continuare. E poi ci sono le Jene con Stamina e c'è Magalli (non so il titolo esatto della trasmissione) con i suoi casi: i medici mi avevano detto che non c'era niente da fare poi è arrivato lui e con le erbe magiche... o il miracolo, ho visto una grande luce e sono guarito.

Ci sono i giornali (meno letti ma influenti anche loro). Ma ragazzi, davvero sono credibili la Repubblica o il Corriere quando trattano certi argomenti? E che dire de La Stampa che è particolarmente affezionata all'omeopatia?

Non è colpa loro: quanti sono i giornalisti con una buona preparazione scientifica? E quei pochi che ce l'hanno sono pistini, noiosi, ripetitivi: leggere Novella 2000 è molto più divertente di Le Scienze.

E i ricercatori? Sono tutti cavalieri bianchi in lotta lancia in resta contro l'oscurantismo? O no? Come quel vecchio intrallazzatore (OK, ha fatto anche cose buone, davvero) che lancia la storia dei neutrini veloci. O quelli di Bologna che non si capisce bene cosa stiano facendo (a essere buoni).

Ma facciamo un esperimento mentale (visto che non ho detto Gedanken Experiment?): prendiamone uno che prova per uno o due anni per verificare X e alla fine tutto quello che riesce a produrre è un papero© in cui dice "ho cercato X per tot tempo e non ho visto ne sì ne no". Quante probabilità ha di passare il referaggio e finire sulla rivista prestigiosa? E la sua carriera ne risentirà, in ogni caso. Dai meglio fare come Séralini et al. che vengono usati anche dal Parlamento italiano e approvati all'unanimità.

E l'ente per cui lavora il ricercatore di cui sopra? Per lui è un costo, non solo per la strumentazione necessaria ma anche per gli stipendi, non solo per il ricercatore ma per gli amministrativi. Per cui il papero© di cui si ventilava sopra è escluso.
Anche perché, se proprio vogliamo dirla tutta, fino in fondo, ci sono riviste e riviste. Chiedete all'amica Sylvie, su Oggi Scienza.

Non so se è vera ma in una ditta qui in zona si racconta di una ricerca su un nuovo tipo di vernice che doveva avere, stando a studi preliminari, caratteristiche eccezionali. Ci hanno provato, niente c'era il problema che non solidificava, rimaneva liquida per sempre. E l'hanno riciclata come sciolina. (No, non so se è vera, non saprei neanche rintracciare chi me l'ha raccontata e la casa madre ha un nome che non so pronunciare, benché non sia olandese, ma lì vicino, confinante).

OK, torno serio. Ci sono poi delle cose che il povero ricercatore (io non appartengo a quella razza ma mi sento di simpatizzare con loro) si trova a dover affrontare richieste di ogni genere: a un mio amico è stato chiesto di accorciare di tre righe il testo, non stava nella pagina.

Gli animalisti e la SA? L'argomento andrebbe trattato in modo completamente diverso. Senza pregiudizi. Secondo me si può, ci sono blogger che lo fanno.
Se questo non avviene, anche da una sola parte (ma in genere la discussione degenera e coinvolge tutti), ha ragione Bruna.
Mentre sto per pubblicare vedo che di là stanno partendo i commenti; non vorrei che questo post oscurasse quello di Bruna, che affronta molto più direttamente il problema.

3 commenti:

  1. certo la televisione e i giornali hanno un peso importante, e ovviamente la scuola dove le materie scientifiche non hanno spazio e mezzi per incuriosire e convincere. ma se l'italiano medio vede la trasmissione televisiva in cui si raccontano guarigioni miracolose per opera di Padre Pio o dell'acqua di Lourdes - persone che semmai si erano sottoposte a cure mediche ma è ovvio, è un miracolo mica merito della medicina! se un giornale pubblica titoli fasulli, scrive articoli con unità di misura sbagliate, dà credito a ciarlatani o fa copia e incolla senza nemmeno verificare quello che pubblica... non se ne esce, è una battaglia persa. purtroppo siamo un paese di cialtroni superstiziosi e creduloni. spero nella capacità di farsi sentire degli scienziati, anche io nel mio piccolo provo a far ragionare i miei amici e qualche risultato l'ho ottenuto... chissà!

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    1. Non vorrei aver dato l'impressione, non rispondente alla realtà, di essere contro la medicina ufficiale a favore delle medicine "di fantasia", dall'omeopatia ai fiori di Bach al veleno di scorpione al bicarbonato jolly per tutto ecc.
      Quello che contesto alla medicina ufficiale è che si dedichino troppe risorse all'antiquato e alquanto inefficace Protocollo per quanto riguarda la sperimentazione animale, adagiandosi su ricerche-vecchiume, invece di chiedere finanziamenti per trovare sistemi più efficaci: quando, nuotando contro corrente, qualcuno prova a far ricerche in questo senso, si hanno risultati che, sviluppati convenientemente, possono portare molto più lontano. E con molto meno pericolo per l'uomo!

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  2. Caro Juhan, sono più o meno sulla tua stessa lunghezza d'onda. In parte ti ho risposto QUI e in parte da Bruna.
    Voglio solo aggiungere un pensiero che ho ormai da tempo circa i canali/strumenti di comunicazione più idonei per l'eventuale divulgazione scientifica. C'è un ERRORE (secondo me) fatto in buona fede (si spera) ma che ho visto ripetere più volte da chi di Scienza e dintorni vuol parlare, ed è quello di seguire la moda dei social andando a cercare le persone dove normalmente stanno soprattutto per divertirsi e distruggendo con le proprie mani quello precedentemente creato con tanti sforzi. Faccio un esempio per spiegarmi:
    c'era questa bella iniziativa "(Cattiva) Scienza in TV", una sorta di social/blog/network che dopo inizi secondo me promettenti ha deciso di chiudere su Ning.com e trasferirsi completamente su FB. Io non so perché abbiano preso questa decisione e posso solo ipotizzare che invece di sforzarsi ad attrarre le persone verso la vecchia piattaforma, abbiano scelto la strada più facile, andare dove le persone già c'erano. Ma se esistono piattaforme e strumenti diversi (vedi blog e forum in primis) un motivo c'è: le persone sui social (pur essendo magari le stesse) si aspettano contenuti diversi e soprattutto si comportano in modo diverso che su un blog o su un forum. Hanno fatto bene quelli di (Cattiva) scienza in TV? Con FB riescono meglio a "combattere" le bufale scientifiche? Non lo so. Io so solo che fino a un paio di anni fa, cercando su Google qualcosa a proposito di qualche bufala, qualche loro articolo usciva fuori e magari questo apriva gli occhi a chi ci si andava ad imbattere. Oggi su BigG non c'è più nulla. Immaginiamo lo studente che cerca informazioni su Google... chi trova a contrastare gli sbufalatori? Solo il CICAP, Attivissimo e qualche blogger volenteroso, mentre prima c'erano eccome anche le loro pagine e oggi niente più. E' un bene?
    Potrei fare altri esempi, ma lasciamo perdere.

    Ora prendiamo invece in considerazione "Dibattito Scienza". Ottima iniziativa, questa nata su FB che adesso però sta prendendo "dimensioni e conformazioni" diverse dagli inizi. Come Bruna (ma non solo) ha testimoniato, comincia ad essere difficile partecipare in modo costruttivo perché troll e altro rendono la cosa perlomeno difficile. Eppure continuano a concentrare quasi tutto su FB pur avendo aperto ormai da tempo un sito con blog, forum ed altro. Ecco, anche in questo caso mi sembra che si segua la strada più semplice a discapito però di una migliore organizzazione dei contenuti, di una più attenta moderazione delle discussioni... di una maggiore qualità del servizio che potrebbero offrire.

    Non lo so, magari sono io che ho le patate in testa, ma sono convinto che il canale/strumento che si decide di adottare incida eccome sulla qualità stessa del messaggio e dei contenuti. Poi, considerando che il 98% dei naviganti inizia la sua ricerca da Google, non essere SERIAMENTE nelle SERP significa vanificare qualsiasi tentativo di comunicazione. E poi (cosa di cui bisognerebbe essere consapevoli), se decidi di stare su FB ti devi tenere le persone che normalmente da quei pizzi bazzicano.

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