sabato 1 giugno 2013

Intervista ad Immanuel Kant. Prima parte.

Buongiorno professor Kant, è un piacere averla sul Tamburo Riparato. Sicuramente oggi avrà molto da fare, perciò non perdiamo tempo e iniziamo subito con l'intervista.

È vero che lei è una persona alquanto noiosa?


Ma che razza di domanda è questa? Tuttavia, a pensarci bene, devo ammettere che sono monotono..si, è vero, sono anche noioso.

Mi dica qualcosa della sua vita?


C'è ben poco da raccontarti. Papà faceva il sellaio, mamma era fissata con la religione. Non sono mai uscito dalla mia città, Königsberg. Mai un viaggio, mai una vacanza. Sono stato docente di filosofia. Nato nel 1724 e morto all'età di ottant'anni
Senta Professore, non mi vada in depressione, però. Anche se, devo ammetterlo, la sua vita è stata veramente piatta.
Mi dica, lei si è occupato molto di epistemologia, di come l'uomo arrivi a conoscere le cose...nemmeno immagina quante volte l'ho maledetta al liceo... Ci faccia un'interpretazione autentica del suo pensiero...


Io mi colloco tra i razionalisti e gli empiristi...

Mi fa piacere di questo, ma è una non risposta...

Scusami, ma sto pensando alla mia vita piatta e mi viene da piangere....

Pianga pure, professore, ne ha tutte le ragioni...io nel frattempo mi vado a prendere il caffè...
Vuole che le porti qualcosa dal bar?


No, grazie!
(Dopo venti minuti...) Professor Kant, vedo che le è tornato il sorriso, mi fa veramente piacere. Su, continuiamo con l'intervista. Allora stava dicendo...

Stavo dicendo che il mio pensiero si colloca tra quello dei razionalisti e quello degli empiristi. Per i razionalisti il mondo è perfettamente uguale a come se lo rappresenta l'intelletto, per gli empiristi, invece, il mondo è perfettamente uguale a come lo percepiamo con i nostri sensi...

Professore, la prego, faccia qualche esempio...

No, lei mi deve lasciare parlare, gli esempi li faccio quando lo ritengo opportuno!

 Si vede che è proprio un barone. Comunque, continui pure, non la disturberò più.

I razionalisti, secondo me, hanno dato troppo peso all'intelletto a discapito dei sensi, mentre gli empiristi troppo peso ai sensi penalizzando l'intelletto. Io sostengo che la conoscenza delle cose ha origine, è vero, dalle esperienze sensoriali, e in questo mi trovo d'accordo con gli empiristi, ma anche l'intelletto ha un suo ruolo, nel senso che in esso sono presenti certe condizioni che determinano il modo di conoscere il mondo...

Scusa se la interrompo, ma non ho capito un'emerita e beata mazza!

Infatti stavo per fare un esempio....Prendi gli occhiali con le lenti azzurre che hai sulla scrivania e inforcali.

Ma sono gli occhiali di Juhan!!

Fai quello che ho detto, prendi gli occhiali dalle lenti azzurre e inforcali...cosa vedi?

Quello che c'era prima...solo che adesso è tutto azzurro.

Capisci quello che ti voglio dimostare? Le lenti determinano il tuo modo di vedere la realtà. È vero che l'oggetto della tua conoscenza è il mondo esterno, ma è altrettanto vero che il modo in cui lo vedi dipende dalle lenti. Ti sto dicendo, in pratica, che la nostra conoscenza è frutto dell'interazione tra intelletto e sensi. Nel nostro intelletto sono presenti delle condizioni che influenzano le nostre esperienze. Tutto ciò che conosciamo, lo conosciamo nello spazio e nel tempo. Tempo e spazio sono delle lenti che non possiamo toglierci. Il tempo e lo spazio sono qualità del soggetto che conosce e non del mondo. Non sono fuori di noi, ma parte del soggetto conoscente. E l'oggetto della conoscenza si adegua a queste qualità allo stesso modo in cui l'acqua si adegua alla forma del recipiente che la contiene.

Veramente interessante questa sua teoria! Altro che adaequatio rei et intellectus.. (ne parlermo quando intervisterò Aristotele) Strano però, così tradizionalista nel modo di vivere, così rivoluzionario nel modo di pensare.

Senti Bit, o come diavolo ti chiami, tu della mia vita non sai veramente un fico secco. Ma pensi veramente che sia stato un fesso? Per chiarirti ogni dubbio ti racconto una storia. Io nella mia vita sono stato un libero docente. Sai cosa voleva dire agli inizi dell'ottocento fare il libero docente? A quel tempo il libero docente veniva pagato in proporzione al numero di ore che faceva e al numero di studenti che seguivano il corso. E sono stato avversissimo ad ogni forma di carrerierismo, sono stato estraneo a ogni forma di maneggio accademico; sono stato alieno da qualunque forma di piaggeria nei confronti dei protettori potenti. E ho pagato il prezzo, carissimo, che costa l'affidare la propria carriera esclusivamente alle proprie forze.

Professor Kant, Lei è una persona dignitosa, veramente. Mentre da noi in Italia...vabbè, lasciamo perdere.
Ora ti devo lasciare, devo portare i mei cani al parco.

Professor Kant, mi farebbe una cortesia, potrebbe dire ai suoi studenti che è uscito Lubit Linux e che lo potranno scaricare da questo link? grazie!

Neanche ti rispondo...



L'intervista per oggi è terminata. Alla prossima! :)

4 commenti:

  1. Ecco dov'erano finiti i miei occhiali!
    E a quanto pare Immanuel usa il Mac; peccato.

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    1. Juhan, aspettati il ritorno di Karl! E questa volta sarà incavolato nero... Solo ed esclusivamente sul tamburo! :D

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  2. L'ho studiato proprio quest'anno, ma la spiega della prof non è stata divertente come questa ☺. Vai che aspetto l'incavolatura di Karl.
    E complimenti per Lubit, l'ho scaricato ed appena ho un attimo lo provo su una macchina virtuale.

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    1. Ma grazie! Prima dell'incavolatura di Karl, però, ti dovrai sorbire almeno altre tre interviste al Professor Kant! ;)

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