lunedì 2 aprile 2012

El plátano canario




...ovvero la banana di Canarias.
Purtroppo, in questi quindici anni, abbiamo visto molti cambiamenti nella coltivazione delle banane. Prima erano quelle tipiche, un po' più piccole, non molto “cicciotte”, con la polpa leggermente giallo-rosata, non biancastra, e dolcissime, e saporitissime...
Poi, sapete com'è, le regole del mercato!
Innanzi tutto non ci sono più le sovvenzioni europee alla banana canaria, per cui ora costano di più di una volta. Inoltre, il mercato ora esige le banane grosse e insipide, sul tipo della nota marca: infatti, proprio perché quella marca e analoghe non avessero concorrenza, si è in pratica imposto di non produrre più le altre varietà, con grande nocumento per la diversità della specie. Chiaramente, chi produce solo per sé ha potuto mantenere la varietà o cultivar che preferiva, ma le piantagioni hanno cambiato a poco a poco tutto l'impianto. Vabbè...

Ora vi racconto un po' qualcosa di quel che so sulla banana (Musa paradisiaca).

Il banano non è un albero, ma un arbusto erbaceo, formato da diversi strati di foglie, disposte a spirale una sull'altra, a formare uno pseudofusto (che qui chiamano plantón). Produce un grappolo o casco di frutti alla volta, poi la pianta madre muore, ma al suo piede ne è già nata un'altra che mesi dopo produrrà a sua volta il frutto. Spesso si vede un banano con 3 generazioni di pseudofusti: “nonna” , “madre” e “figlia”. In un anno si possono avere, dalle distinte generazioni della pianta, fino a tre caschi.



Le foglie del banano nascono lisce e tondeggianti, poi il vento e le intemperie le sfrangiano.

Il suo fiore, dalle brattee violacee, è in realtà un grappolo di fiori, dei quali i maschili si trovano nella punta, mentre al disopra si schiudono a poco a poco, arricciandosi, le brattee che ricoprono i fiori femminili, che sembrano dei tubicini bianchi che inverdiscono alla luce una volta scoperti, a sezione quadrangolare con il piccolo insignificante fiore biancastro in cima.


Proprio perché i fiori femminili sono disposti in gruppi sotto queste brattee disposte a spirale, il casco (piña) maturo appare formato da molti giri di gruppi (manos o manitas), che sono poi i grappoli che vediamo esposti dal fruttivendolo, una volta staccati dalla rachide.
Una volta che i fiori femminili sono stati fecondati e le piccole banane iniziano ad ingrandire, viene tagliata la parte residua del fiore maschile, e prima ancora i piccoli fiori femminili appassiti, perché marcendo non sciupino i frutti (detti anche dedos, dita*).


In realtà nel banano si ha una partenocarpia, ovvero il frutto si sviluppa anche senza impollinazione. Del resto, non produce praticamente semi: sono piccolissimi (quei puntolini che si possono apprezzare lungo il cuore del frutto) e non funzionali.
Perché i frutti diventino più grossi (para que granen) il casco viene spesso ricoperto (enfundado) con un sacco microforato di plastica azzurra: non so se vada bene di altro colore, ne ho visti solo di azzurri. Questa ricopertura oltre a sfruttare meglio il calore nei mesi meno caldi ha anche il vantaggio di rendere i frutti meno soggetti all'attacco di parassiti e più puliti.

Il casco stesso poi viene mantenuto separato dal fusto con una canna, perché non lo tocchi e non si ammacchi quindi in alcun punto. Spesso il fusto, quando il casco è già molto ingrandito, viene sorretto con bastoni perché non si rompa per il peso (un casco può pesare fino a una sessantina di chili...).


Una volta raggiunta la dimensione massima dei frutti, rigorosamente ancora verdi, i caschi vengono tagliati e, con cautela perché i frutti non si ammacchino (i camion che li trasportano avvolti in coperte per protezione procedono con lentezza esasperante!), vengono portati all'impianto di preparazione (empaquetado).


Qui sono liberati dai frutti che abbiano iniziato a ingiallire e da quelli ammaccati. Poi i caschi, appesi a ganci, vengono lavati per togliere ogni residuo di pesticida o di materiale vegetale che potrebbe sciupare le “mani”, che vengono separate dalla rachide (tronco) e infine inscatolate per la spedizione, per lo più all'estero.

il casco intero è già stato lavato, ora tocca alle mani

Durante il trasporto inizieranno il processo di maturazione che si concluderà al momento della vendita.
Le mani di banane vanno sempre disposte con la parte convessa verso l'alto, per evitare che si ammacchino, e per permettere nei primi tempi al latice di defluire dal taglio.

scarto (!)

Le banane già leggermente ingiallite, fuori misura e quelle di seconda categoria in genere hanno sbocco nel consumo strettamente locale, mentre quelle sciupate e le rachidi vengono utilizzate come mangimi per animali, soprattutto capre (allevamento molto diffuso in queste isole).


Ma anche il fusto viene riciclato: la sua parte meno coriacea, ridotta a striscioline, viene utilizzata con il nome di badana per legare la vigna, come altrove si usa il giunco.

In questa foto vedete un riassunto: il casco separato per mezzo della canna, il fusto sorretto dal palo, una pianta ancora in fioritura, sulla destra una pianta giovane, senza frutto, con la figlia dalle foglie tuttora non sfrangiate che le cresce al piede...
l'orto di una amica, c'è di tutto un po'


* infatti la parola banana deriva da un termine arabo che significa dito; vattelapesca perché invece in Canarias, ma anche in Península, si chiama soprattutto plátano! che però in spagnolo designa anche l'albero frondoso che tutti conosciamo. Nei paesi latinoamericani, dove sono presenti entrambe le varietà, si fa distinzione tra banana e plátano (che indica il tipo da cuocere, molto grosso e dalla polpa più ricca di fecola), benché alcuni considerino le due parole sinonimi o li usino con significato scambiato!

Ricordate: per apprezzare veramente una buona banana, occorre mangiarla ben matura, quando gli amidi che contiene si son trasformati in zuccheri: se dovete tagliarla con il coltello alla base per staccarla dalle altre,  è probabile che non sia ancora abbastanza matura, dovrebbe bastare la semplice torsione con la mano...

Buon appetito!

















1 commento:

  1. Viva la banana! (che poi sarebbe come il maiale non si butta via niente!)

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